mercoledì 28 febbraio 2018
Terzo settore, la riforma entra nel vivo: pronta la cabina di regia
Terzo settore, la riforma entra nel vivo: pronta la cabina di
regia
di Giovanni Parente
(da ILSOLE24ORE del 23
febbraio 2018)
La Riforma
del Terzo settore monitorata passo dopo passo. Mancano ancora degli step per
completare l’opera avviata con la legge delega e poi con il Codice del Terzo
settore della scorsa estate (decreto legislativo 117/2017). Step che, ad
esempio, dovranno portare al Registro unico nazionale. Ma intanto il mondo del
non profit che, sencondo le ultime rilevazioni Istat, conta 336.275 istituzioni
in cui lavorano 789mila dipendenti e operano 5,5 milioni di volontari guadagna
sempre più riconoscimenti istituzionali, in grado sia di portare a termine la
revisione complessiva delle regole sia di monitorarne l’attuazione. Da un lato
con la creazione di una cabina di regia presso al presidenza del Consiglio dei
ministri e dall’altro con la creazione del Consiglio nazionale del Terzo
settore. Ma
andiamo con ordine:
Cabina di regia
La cabina di regia è stata prevista da un Dpcm (decreto del
presidente del Consiglio dei ministri) già registrato dalla Corte dei conti. Sarà presieduta dal Presidente del
Consiglio dei ministri ed è composta dal ministro del Lavoro e delle politiche
sociali e da quello dell’Economia e delle finanze, dal Presidente della
Conferenza delle Regioni, dal Presidente dell’Unione province italiane (Upi),
dal presidente dell’Associazione nazionale comuni italiani (Anci) e dal presidente
della Fondazione Italia Sociale. Naturalmente ogni componente potrà indicare un delegato in caso di
assenza o impedimento (a componenti e delegati non è riconosciuto alcun
compenso). Sono essenzialmente tre i compiti che la cabina è chiamata a svolgere:
• Coordinare l’attuazione del Codice
del Terzo settore per assicurarne la tempestività, l’efficacia e la coerenza ed
esprimendo, qualora richiesto, il proprio orientamento in merito ai relativi
decreti e linee guida;
• Promuovere le attività di raccordo con le amministrazioni
pubbliche interessate, così come la definizione di accordi, protocolli di
intesa o convenzioni, anche con enti privati, al fine di valorizzare fattività degli enti del Terzo settore e a
sviluppare azioni di sistema;
• svolgere il monitoraggio sullo stato
di attuazione del Codice del Terzo settore, formulando eventuali indicazioni e
proposte correttive e di miglioramento
Il Consiglio nazionale del Terzo settoreUn altro organismo - delineato questa volta da un decreto del
ministero del Lavoro - è il Consiglio nazionale del Terzo settore. Sarà chiamato a esprimere pareri, seppur
non vincolanti, qualora vengano richiesti sugli schemi di atti normativi che
riguardano il Terzo settore, sulle modalità di utilizzo delle risorse finanziarie.
I pareri, invece, saranno obbligatori (anche se pur sempre non vincolanti) tra
l’altro su:
• linee guida in materia di raccolta
fondi, bilancio sociale, valutazione di impatto sociale dell’attività svolta dagli enti del Terzo settore,
nonché di coinvolgimento
dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle attività delle imprese sociali;
• definizione dei modelli di bilancio
degli enti del Terzo settore;
• disposizioni concernenti le
operazioni di trasformazione, fusione, scissione e cessione d’azienda poste in
essere dalle imprese sociali.
Il decreto del Lavoro ha indicato anche i componenti (e i
supplenti) scelti tra rappresentanti designati dal Forum nazionale del Terzo
settore (in qualità di associazione di enti del Terzo settore più rappresentativa sul
territorio nazionale), rappresentanti di reti associative, esperti in materia,
ma anche rappresentanti delle autonomie regionali e locali. Ci sono poi
componenti senza diritto di voto. Anche in questo caso non è previsto alcun “gettone”
(nessun «compenso,
indennità,
rimborso od emolumento comunque denominato», chiarisce il decreto). Inoltre i
componenti restano in carica tre anni e quelli con diritto di voto non possono
essere nominati per più di due mandati consecutivi.
Presidenza e vicepresidenza
Mentre la presidenza del Consiglio nazionale è affidata al
ministro del Lavoro o a un suo delegato, alla vicepresidenza è stata eletta
Claudia Fiaschi che ricopre l’incarico di portavoce del Forum del terzo
settore. E la Fiaschi ha messo subito in chiaro quali sono le priorità: «Siamo nella fase di implementazione
della nuova legge, che si presenta particolarmente complessa e delicata. Il
Consiglio Nazionale dovrà attivarsi subito per favorire la sua attuazione nel modo più
efficace ed ordinato. Ci sono molte questioni che vanno messe in agenda e
affrontate al più presto».
Il correttivo sul Servizio civile
In tanto il Consiglio dei ministri ha approvato in via
preliminare un decreto legislativo correttivo del testo che prevede l’istituzione
del servizio civile universale (Dlgs 40 del 2017). Come riporta la nota diffusa
da Palazzo Chigi, il correttivo «mira a rendere più efficaci alcune disposizioni, nonché a migliorare la funzionalità di alcuni organismi operanti nel
sistema, quali la Rappresentanza degli operatori volontari e la Consulta
nazionale per il servizio civile universale».
Le Regioni avranno più voce in capitolo nell’approvazione del Piano
triennale e dei Piani annuali: prima del via libera, infatti, dovrà essere essere acquisita l’intesa con
la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province
autonome di Trento e Bolzano. Inoltre, il correttivo punta a chiarire le
modalità di
elezione dei quattro membri della rappresentanza nazionale degli operatori
volontari, specificando, tra l’altro, che ogni anno vengono eletti due dei
quattro componenti la Rappresentanza nazionale per «evitare il simultaneo rinnovo di
tutti i componenti che inciderebbe negativamente sulla funzionalità dell’organismo», conclude a riguardo la nota del
Governo.